Con la DAD la scuola è a fianco dei sui ragazzi

Di Gigi Bellassai

Docente di Matematica e Scienze e Animatore Digitale

In pochi giorni il Covid-19 è stato capace di ribaltare le modalità didattiche degli ultimi secoli. Non tutto è stato scorrevole ma la scuola non si è fermata. La speranza che dall’emergenza possano emergere buone prassi da implementare per il futuro.

“Ragazzi, accendete le telecamere, così ci vediamo tutti” …” Prof. Non la sento…la voce è distorta” “… Non si vede la condivisione dello schermo”… “Spegnete i microfoni per favore”, queste sono le frasi tipo pronunciate dagli alunni durante questi mesi di didattica a distanza, nota come DAD, ma ve ne era una ricorrente “prof. ci manca la scuola”. I nostri ragazzi hanno avvertito la mancanza delle forti relazioni umane e dell’abbraccio, rappresentate dalla presenza, che la comunità educante si scambia quotidianamente. Intanto però come scuola siamo stati a fianco dei nostri studenti, abbracciandoli a distanza.

In questi mesi in cui ad ognuno di noi è stato chiesto di fare la propria parte, noi docenti e insegnanti ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo reinventati il mestiere, con impegno e passione, insieme agli studenti e alle loro straordinarie famiglie. Questo salto repentino non è stato semplice per la classe docente più anziana e meno retribuita d’Europa, ma oggi possiamo dire di esserci riusciti.

Nei primi giorni è stato il panico, poi la scuola è ripartita velocemente. In pochi giorni si sono ribaltate le modalità didattiche degli ultimi 200 anni. Ci sarà modo di riflettere nel lungo periodo su come tutto ciò abbia cambiato e cambierà la scuola. Una prima parziale riflessione è però già possibile farla adesso ed è quella che la scuola è stata presente e, con tutti suoi limiti e le sue difficoltà, che noi insegnanti abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità.

Si può, di certo, affermare che questa esperienza ha dimostrato che la lezione in aula in presenza, lo stare insieme, gli sguardi degli studenti non sono surrogabili. Oltre a questo però, questo periodo ha portato all’evidenza che esistono tanti strumenti che possono ampliare l’esperienza didattica, nuovi modi e nuove possibilità che non vanno demonizzati, né idolatrati. Vanno sperimentati con prudenza e intelligenza.

Ci sono ancora diversi limiti e problemi e, per quanto gli sforzi siano stati fatti, la realtà e che la DAD non è ancora totalmente inclusiva. Non tutti gli strumenti hanno famiglie con banda Internet illimitata è un dispositivo da utilizzare, per questo come attuato dalla nostra e da altre scuole ci siamo impegnati a fornire ad ognuno un dispositivo e un collegamento Internet, per garantire la possibilità di partecipazione. Certo, si dovrà anche fare attenzione agli strumenti che si usano, alla loro accessibilità e chi li offre. Lo sforzo è stato quello di utilizzare metodi e piattaforme tecnologiche che garantissero la sicurezza e che fossero fruibili a tutti gli alunni garantendone la privacy e la tutela dei loro dati.

Dall’inizio dell’emergenza si è usato di tutto, ma forse è necessario riflettere se non sia il caso che le istituzioni supportino progetti senza fini di lucro e open source. È arrivato per lo Stato italiano il momento di investire in soluzioni gratuite e open source che garantiscano fini educativi, privacy degli studenti che facciano risparmiare anche soldi allo Stato. Alla luce di questa esperienza le istituzioni pubbliche dovrebbero investire risorse e le energie per raccogliere elaborare l’esperienza di buone pratiche realizzate in questo periodo e proporre alle aziende ed università la realizzazione di soluzioni software open source, espressamente pensate per la scuola italiana. Oggi possiamo dire che non si deve partire da zero. Sarà importante incentivare in modo graduale l’utilizzo nelle scuole di sistemi operativi e programmi gratuiti e anche l’acquisto di hardware a basso costo.

Un’ultima riflessione va fatta relativamente al bonus dei 500 euro per i docenti e alla critica che ne è seguita. Immaginate cosa sarebbe successo senza quei tablet comprati negli anni precedenti! I docenti non sarebbero stati pronti del tutto, ma in questi anni c’è stata tanta formazione e con quel contributo molti hanno potuto acquistare tablet e computer che hanno portato a rendere più familiare l’uso di nuove tecnologie, ponendo la classe docente in condizione di essere pronta a questa inedita e inattesa esperienza.

È necessario anche in futuro la possibilità ai docenti di acquistare questi strumenti aggiornati e performanti e mettiamo da parte le polemiche inutili contro la scuola, che ancora una volta è una è stata in trincea, e armata di energia positiva, ha fatto brillantemente la sua parte.

La scuola, noi docenti, i dirigenti scolastici e il personale amministrativo hanno lottato, per quanto possibile, per raggiungere tutti e con qualunque mezzo possibile, non lasciando indietro nessuno. Ma questo gli insegnanti italiani e loro dirigenti e il personale ATA lo hanno sempre fatto. Era l’opinione pubblica, di questo Paese spesso troppo distratto, che forse non se ne era accorta.

Pubblicato da Valentina Maci

Giornalista pubblicista e interprete. Adoro scrivere, nel mio blog trovi un po' del mio lavoro e le mie passioni come la sezione 'Book Addicted'

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