L’innovazione della lingua al tempo del Covid19. Il glossario sulla pandemia degli studenti della 4 A del Liceo scientifico “Carducci” di Comiso racconta la quarantena degli studenti con uno spaccato sulla realtà.

Il vocabolario. Uno strumento didattico fondamentale per tutti gli studenti. Ormai in parte desueto. Eppure, quel tomo, spesso ingombrante, pesante, ha accompagnato gli anni di studio di intere generazioni. Ma come nasce un vocabolario? Un recentissimo film ha squarciato un velo su questo universo sconosciuto. In un crescendo di emozioni Mel Gibson -il professore- e Sean Penn -il pazzo- raccontano la nascita del maestoso Oxford English Dictionary. Tratto dall’omonimo libro di Simon Winchester racconta la ricerca minuziosa del significato delle singole parole, che fino a quel momento non avevano ancora una raccolta sistematica. Il lavoro solitario, certosino porta i due protagonisti a scoprire le più recondite, talora sconosciute ai più, sfumature di ogni singola parola. Ai due ricercatori si disvelano mondi fino a quel punto sconosciuti ed aprono le porte dell’eternità attraverso la comprensione del più profondo segreto insito in ogni parola: la dinamicità. Nessuna lingua rimane uguale a sé stessa. La 4 A del liceo scientifico Carducci di Comiso, sotto la guida attenta del prof. Giovanni Amore, ha definito e ritrovato il senso di molte parole che appartengono ai nostri giovani in questo lungo periodo di quarantena. Questi sono solo alcuni di questi termini e parte delle definizioni date dagli studenti: “Attesa (a cura di Alice Avola). Questo è il termine che descrive più di ogni altro il mio stato d’animo, in questo strano periodo che stiamo attraversando. Il concetto di attesa, che si presta a molteplici declinazioni, induce, tra l’altro, a meditare sul trascorrere del tempo, sul valore dell’attesa, su ciò che rende il raggiungimento di un obiettivo tanto desiderabile. Mi ero creata tante aspettative per il 2020. Ho reagito inizialmente con rabbia e tanto dispiacere, ma poi non mi è rimasto altro che abituarmi, adattarmi. L’attesa, a mio avviso, è un’arma a doppio taglio, sta a noi scegliere come usarla.” “Autosufficienza (a cura di Daniele Schembari) La parola autosufficienza si addice molto alla situazione che stiamo vivendo: ognuno esce di casa solo per badare al proprio sostentamento alimentare. A pensarci bene ‘autosufficienza’ viene usata molto spesso per descrivere i vegetali. Posso affermare che in questo periodo mi sono trasformato in un vegetale. Ho persino messo le radici a casa mia, dalla quale non esco da quasi due mesi, e non faccio altro che dormire bere e mangiare. Il 4 marzo di mattina vado a scuola, incontro le persone che stanno vicino a me da oltre tre anni, il pomeriggio incontro i miei amici per studiare ansiosi del compito che ci aspetta l’indomani e poche ore dopo mi ritrovo rinchiuso a casa con l’obbligo di non poter vedere nessuno, se non i familiari stretti. È proprio in questi momenti che si capisce che l’uomo non potrebbe mai essere autosufficiente, ha bisogno di sentirsi a casa anche se lontano dalla sua abitazione e sono gli amici che ti fanno sentire a casa.” “Contenimento (a cura di Ramadan Mehmetaj) Contenimento, una parola che in questo periodo riusciamo a comprendere e di cui percepiamo il bisogno di liberarci. Ci tiene tutti in casa, trascorriamo i giorni facendoci milioni di domande sul mondo, su ciò che non conosciamo o preferiamo non conoscere. Il contenimento non è sinonimo di dittatura, imposta da chissà quale autorità, ma serve a rispettare noi stessi e a tenerci al sicuro.” “Consapevolezza (a cura di Daiana Butera) Ho cominciato a convivere con questo brutto sogno del covid19 prendendo tutto ciò che di positivo questo incubo poteva darmi. Ho imparato ad essere più consapevole di me stessa a conoscermi di più e a riflettere su tutto quello che la vita ogni giorno mi dà. L’opportunità di crescere e di imparare nuove strategie per andare oltre i nostri limiti. Non possiamo sprecare il tempo, specialmente se si tratta di tempo trascorso nell’infelicità.” “Disorientamento (a cura di Roberta Calabrese) È il termine più adatto per descrivere il mio stato d’animo e le mie emozioni in questo momento così difficile per tutti. Due mesi fa potevamo abbracciarci, ridere, scherzare insieme, oggi tutto questo non è possibile perché si ha addirittura paura del contatto fisico. Di una cosa sono certa: questo periodo mi ha fatta maturare e capire quanto, i piccoli gesti e i piccoli momenti, apparentemente scontati, siano importanti.” “Fiducia (a cura di Gabriele Arezzo) In un periodo di profonda crisi economica e sociale, come quella che sta dilagando in tutto il mondo a causa del virus che continua a mietere vittime, la fiducia assume tanti significati. Avere fiducia verso chi combatte questa ‘guerra’, i medici, significa affidarsi alla scienza, al loro sapere, alla loro consapevolezza perché cercheranno sempre di dare il massimo per far guarire i loro assistiti. Non posso, quindi, non rispecchiare la mia definizione di fiducia nella celebre frase di Hemingway: ‘Il modo migliore per scoprire se puoi fidarti di qualcuno è dandogli la tua fiducia’.”“Morte (a cura di Naomi Donatuti) Un termine che risuona molto spesso in questo momento di pandemia. Questa volta, l’assassino da abbattere è invisibile, spietato più di qualsiasi altro serial killer. Ti divora a poco a poco: non muori, ma non vivi allo stesso tempo. Semplicemente esisti. Anche questo tipo di morte è alquanto dolorosa. Ringrazio questa monotona quarantena per avermi, nonostante tutto, fatto riflettere. “Uno (a cura di Samuele Caggia) Valore che riconosce un uomo, un amico, un parente in questo duro e difficile periodo di quarantena. Valore che classifica la singola persona con cui abbiamo condiviso una miriade di ricordi ed emozioni insieme. Valore che presuppone quanto sia importante la vita di ogni singolo individuo, in quanto vivere senza l’altro, amico o amica, ragazzo o ragazza, ci fa sentire più soli di quanto pensassimo.”

«Saper definire: è difficile. Immaginate al tempo del covid-19, non basta solo scegliere, determinare e validare un termine, occorre metterlo in relazione con il proprio stato d’animo. È una necessità personalizzarlo.» Inizia così il racconto del prof. Giovanni Amore, docente di italiano e latino del liceo scientifico Carducci di Comiso. Il racconto di un uomo, un docente, che si è trovato a dover reinventare una scuola, una classe, una didattica del tutto nuova. Con la voce che lascia trapelare l’emozione racconta della didattica a distanza, della sua esperienza con i suoi studenti. Dei progetti portati avanti durante questo periodo di quarantena che ha visto chiudere la scuola e trasferirla nelle case di docenti, dirigenti, degli studenti. Un momento difficile da cui il prof. Amore ha voluto trarre spunto però per mettere in luce la personalità e le capacità dei suoi studenti permettendo loro di esprimere le emozioni.

L’idea è stata quella di creare un ‘Glossario’, creato dalla 4 A del liceo scientifico Carducci, dove sono confluiti molti termini simbolo di questa emergenza covid19 individuati e definiti dagli studenti stessi. «Il Covid-19 non ha mutato solo la nostra quotidianità -afferma il prof. Giovanni Amore-, ha inciso anche sul nostro modus loquendi. Lo stato di paura e la sensazione di inquietudine, derivate dal pericolo della pandemia, hanno segnato anche il nostro modo di comunicare. Anche le parole hanno assunto un valore diverso, alcune si sono imposte prepotentemente nel nostro parlare quotidiano; altre hanno ampliato il loro significato. Proprio per questo, l’attività didattica proposta alla IV A del liceo scientifico dell’IISS Carducci di Comiso è stata la costruzione di un Glossario di classe al tempo del Covid-19. La scrittura ha avuto così un ruolo catartico. Inoltre, la pubblicazione dei singoli termini sulla piattaforma Padlet ha permesso agli alunni di condividere emozioni e riflessioni personali, contribuendo così a ricreare quel senso di comunità, proprio del gruppo-classe, benché virtuale al tempo del Coronavirus.»«Dal 5 marzo 2020 l’ emergenza covid19 ha imposto un nuovo scenario alla scuola italiana -dichiara la dirigente scolastica dell’IISS Carducci di Comiso Maria Giovanna Lauretta-, un cambiamento radicale dell’organizzazione una didattica in presenza ad una nuova la sfida a cui sono stati chiamati i docenti della scuola italiana
Non senza fatica la Scuola grazie alla didattica a distanza è riuscita a dare concretezza all’equilibrio tra salute e diritto all’istruzione, ma il lavoro didattico del prof. Giovanni Amore ha dimostrato che si può andare oltre, anche una didattica a distanza può tracciare il sentiero dell’ascolto tra le parti. Ascoltandoli e ascoltandosi fra loro –conclude la Lauretta- imparano l’introspezione del sé; impareranno a scavare nel profondo del loro animo e là troveranno un tesoro di risorse che potrà alimentare la loro autostima e la loro competenza relazionale e prepararsi ad avere accesso al mondo dell’altro, ponendosi in un atteggiamento di ascolto fruttuoso.
Non vi è dubbio, siamo andati oltre ogni aspettativa.
Una parola dietro l’altra, un piccolo dizionario per rimetterci in discussione, per riflettere su nuove soluzioni e per riconsiderare la nostra relazione con noi stessi, con gli altri, con i nostri figli.»
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