Consegnato a Giulia Ciarapica il premio letterario per esordienti Viva Gioconda-Salvatore Fiume, organizzato e promosso dal Comune di Comiso e dal Rotary Club Comiso. Fuori concorso premiato dal Comune Daniele Scollo.
Giulia Ciarapica, col romanzo dal titolo “Una volta è abbastanza”, ha vinto la seconda edizione del premio letterario nazionale “Viva Gioconda-Salvatore Fiume” ideato, organizzato e promosso dal Comune di Comiso e dal Rotary Club Comiso, premio riservato a opere prime. Il premio in denaro, offerto dal Rotary Club Comiso, è stato consegnato ieri sera a Comiso nel corso di un incontro pubblico ospitato presso l’auditorium “Carlo Pace”. Sono intervenuti, oltre alla stessa Giulia Ciarapica, il sindaco Maria Rita Schembari, il presidente del Rotary Club Comiso Salvatore Spagna, Orlando Lombardi e Antonello Lauretta, quest’ultimo ha introdotto e condotto la serata, tutti componenti il comitato organizzatore del premio, e inoltre i componenti la giuria di qualità presieduta da Massimo Onofri, ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Sassari nonché critico letterario e scrittore; Raffaele Manica, saggista e critico letterario che insegna Letteratura Italiana presso l’Università di Roma di Tor Vergata; Raffaello Palumbo Mosca, ricercatore e professore della University of Kent; Massimo Raffaeli docente, filologo e critico letterario assente per motivi di salute; Giuseppe Digiacomo, scrittore e poeta, amico di Salvatore Fiume stesso.
Fuori concorso, è stato premiato dal Comune di Comiso il comisano Daniele Scollo il quale l’anno scorso ha pubblicato il saggio, sua opera prima, “L’ateo virtuoso”, editore Il Prato. Scollo è laureato in Scienze Filosofiche presso Alma Mater Studiorum di Bologna. La motivazione del premio è stata letta dal sindaco Schembari: “Il saggio di Daniele Scollo rivela indubbie capacità di indagine approfondita e precisa su uno dei rapporti cruciali dell’esistenza umana: passato contro presente.
Attraverso un’analisi lucida e un ragionamento stringente, l’autore ci pone dinanzi alla realtà del “progresso occidentale”; e non per proporre ai lettori ipotetiche quanto impossibili vie di fuga da una realtà che appare essere – proprio perché lo è – non suscettibile di facili soluzioni.
Il punto cruciale non è necessariamente fuggire da un mondo in orizzontale che promette facili ed accessibili felicità, quanto rendersi conto del pericolo incombente della frantumazione dell’io e, in ultima istanza, della dissoluzione dei legami di comunità”.
Subito dopo è seguita la lettura da parte di Palumbo Mosca della motivazione del premio a Giulia Ciarapica: “In Ideas sobre la novela, un memorabile saggio del 1925, Ortega Y Gasset rifletteva come, a differenza del racconto, incentrato su «peripezie che non interessano», la grande opportunità del romanzo risieda in una attività diversa, più elusiva e complessa: la «creazione di fauna spirituale». Nonostante tutte le aporie e i no tardo-novecenteschi, ancora oggi sono i personaggi, questi essere insieme non reali e più che reali, a costituire il cuore del genere romanzo. Anche in Una volta è abbastanza, opera prima di Giulia Ciarapica, le peripezie – che pure ci sono – lasciano il passo alla costruzione di personaggi memorabili, a tutto tondo e immediatamente riconoscibili: Annetta, ribelle e sensuale, sua sorella minore Giuliana, solo apparentemente meno decisa, ma vibrante di una vitalità irresistibile, fino, naturalmente, a Valentino, detto «Focaracciu» e molti altri. Attraverso la vita delle due protagoniste e grazie ad una prosa limpida, emotiva ma mai sentimentale, Ciarapica restituisce con finezza le gioie e le difficoltà, le impasse e le ossessioni dei legami familiari, amorosi e di amicizia. Restituisce, insomma, la vita nella sua componente più elusiva e complessa. Ma attraverso la vita delle protagoniste, e attraverso il racconto del riscatto di Casette d’Ete, un piccolo paese delle Marche, Ciarapica riesce anche a ricostruire la storia del paese tutto, dai postumi della seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Le parti sull’arte calzaturiera, che Giulia Ciarapica riesce a tramare nel racconto, dimostrano come l’autrice sia in grado di interiorizzare e rielaborare, rivivificandola, quella vocazione saggistica – attenta al reale e al pratico, ed alle sue conseguenze – di un certo romanzo, non solo italiano, almeno a partire dall’Ottocento. A differenza di molti autori contemporanei, punta sul romanzo come genere capace di indagare il nesso tra storie e Storia, e di restituire un’idea complessa della vita”.
Dopo il cerimoniale di premiazione, i presenti hanno conversato coi premiati, ponendo l’accento sulla valenza della letteratura e della parola scritta nella società attuale e se ancora oggi, in una realtà altamente tecnologizzata dove i rapporti umani diretti tendono a ridursi al minimo indispensabile, la parola ha il potere di incidere e indirizzare nel bene i processi di cambiamento. Interessanti spunti di riflessione sono stati proposti da Onofri, Manica, Palumbo Mosca, Digiacomo e dagli stessi Ciarapica e Scollo sull’essenza del romanzo e dell’intellettuale, se ancora esiste, almeno nella sua pregnanza semantica originaria, come punto di riferimento in un mondo che sembra smarrire sempre più i valori di ispirazione di bellezza e vivere bene, mentre sono proposti con maggiore frequenza slogan vuoti per quanto accattivanti.
Introducendo la serata, è stata ricordata la figura di Salvatore Fiume come pittore e soprattutto il suo romanzo d’esordio artistico, Viva Gioconda, e la ratio del premio: per il sindaco Schembari è un modo per riportare Comiso, culla di artisti, scrittori e uomini di cultura, nel solco di quella tradizione che l’ha elevata a “piccolo granducato culturale”, per Salvatore Spagna si tratta di un ennesimo service offerto dal Rotary Club Comiso al territorio in un momento storico di crisi diffusa, un contributo finalizzato ad arginare una deriva sociale ed economica che, a monte, è essenzialmente culturale.