Le sorelle Napoli sono state ospiti del Liceo Carducci di Comiso. Un intenso incontro organizzato dagli studenti per conoscere e combattere le intricate dinamiche di ogni atteggiamento mafioso e/o vessatorio.
L’articolo de “La Sicilia“
A Comiso gli studenti hanno deciso di organizzare un incontro per conoscere e comprendere, per combattere, la mafia e ogni tipo di atteggiamento mafioso o vessatorio. Così, quasi per caso, ma sicuramente per una particolare sensibilità nei confronti della società e delle dinamiche che al suo interno coesistono, hanno invitato tre sorelle. Non tre sorelle qualsiasi ma le sorelle Napoli. Al Liceo Carducci di Comiso le signore Napoli sono state ospiti su invito degli studenti dell’istituto scolastico. Le sorelle Napoli sono proprietarie di un’azienda agricola di circa settanta ettari di terreno tra Corleone e Mezzojuso dove coltivano cereali e foraggio. Irene, Gioacchina e Marianna Napoli hanno più volte denunciato, anche in televisione da dove la loro storia è diventata un caso di cronaca nazionale di aver subito, dopo la morte del padre, minacce e intimidazioni per costringerle a cedere l’attività. Le tre donne hanno denunciato danneggiamenti, l’uccisione dei propri cani, sconfinamenti di vacche che vanno nei loro terreni a danno delle colture. Ma loro sono andate avanti, sfidando tutto e tutti anche i loro concittadini che hanno, durante le trasmissioni televisive, più volte lamentato come la loro cittadina sia lontana da qualsiasi atteggiamento mafioso. Loro sono andate avanti, anche sole facendo venir fuori quella parte di società che così buona non è. L’evento a Comiso è stato organizzato dai rappresentanti d’istituto Manuel Manfrè e Simone Ferrara per raccontare -dicono gli studenti “la storia di tre sorelle che si sono ribellate alla mafia dei pascoli, tre donne che hanno deciso di rimanere unite contro un nemico comune mettendo a rischio la propria incolumità per mantenere i loro possedimenti terrieri e i loro diritti. Nonostante le forti minacce, aggressioni, intimidazioni, invasioni di animali nei propri campi, hanno deciso di continuare a lottare, e, dopo 11 anni di denunce, grazie all’intervento del giornalista Palazzolo di Repubblica e di Massimo Giletti, la loro storia è venuta fuori fino a diventare un caso nazionale. “Ho avuto la fortuna -dice Manuel-, grazie ad un contatto creato da mia madreAntonella Nieri, attrice e autrice, che, insieme ad un comitato di donne ‘Mai più sole’ hanno deciso di festeggiare l’8 Marzo a Mezzojuso, in segno di solidarietà alle sorelle Napoli, e siamo riusciti così ad organizzare un incontro con loro. Crediamo che abbia un’importanza doppia il fatto che questa iniziativa parta da noi studenti e non dalle istituzioni. Abbiamo scoperto la storia delle sorelle Napoli grazie a Massimo Giletti ed è assurdo che si debba passare dalla televisione per ottenere giustizia”. Grande attenzione da parte dei ragazzi che si sono immedesimati in maniera diretta nella storia di queste donne coraggiose partecipando attivamente al dibattito. La coscienza civile passa anche attraverso questi incontri. Presente in sala anche Salvatore Battaglia, personaggio che si è schierato al fianco delle sorelle Napoli. Hanno preso la parola anche il dott. Calogero Termini, Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Sonia Fuschi e Antonella Nieri.
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Un importante ruolo quello giocato dai mass media nell’attenzione posta nei confronti delle sorelle Napoli. La trasmissione condotta da Giletti ha messo in evidenza una cultura che ancora mira a nascondere piuttosto che denunciare e che poco apprezza chi con coraggio ne svela la parte marcia. Gli studenti di Comiso hanno dimostrato che i giovani hanno voglia di prendere le distanze dalla mafia e hanno messo in evidenza come i nostri ragazzi spesso dimostrino il coraggio che gli adulti non hanno. Un messaggio chiaro per chi ancora crede che i nostri giovani siano solo cellulare, social e stereotipi vari. Da loro possiamo imparare molto, dobbiamo imparare ad ascoltarli.
