Essere medico missione e/o professione? Processi di umanizzazione necessari
Al via il primo di due seminari organizzati dalla Cattedra in collaborazione con l’Ordine dei Medici
La Cattedra di Dialogo tra le culture inaugura un ciclo di due seminari organizzati in collaborazione con l’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ragusa con l’obiettivo di invitare la cittadinanza a riflettere sui temi relativi alla “cura”.
La cura costituisce l’attitudine propria di chi assume – professionalmente, per un vincolo affettivo o per altri motivi – il compito di accudire una persona particolarmente vulnerabile, sia essa un minore, un malato, un anziano, un disabile. La vulnerabilità particolarmente evidente in essi, può tuttavia manifestarsi in ogni essere umano e in ogni epoca della vita. È tale vulnerabilità portata dall’altro a suscitare l’attitudine della cura.
Sulla scia di un dibattito apertosi in ambito filosofico nella seconda metà del Novecento, si inserisce l’intervento “Essere medico: missione e/o professione? Processi di umanizzazione necessari” del prof. p. Biagio Aprile, direttore della Cattedra, dedicato ai professionisti dell’Ordine ed aperto a quanti intendano prendere maggiore consapevolezza della responsabilità integrale insita nel “prendersi cura”. L’appuntamento è fissato per venerdì 3 maggio, ore 15.30, presso la sede dell’Ordine dei Medici (Via G. Nicastro 50, Ragusa).
Il prof. Aprile traccerà un percorso di “umanizzazione”, fornendo delle coordinate generali di orientamento in un tempo in cui i notevoli traguardi raggiunti dalla scienza e dalla tecnologia sembrano spesso andare a detrimento del “fattore umano” coinvolto nel processo di cura. Partendo dalla distinzione e dall’intima relazione tra sapere, saper fare e saper essere, il docente affonderà il discorso sulla distinzione tra “individuo” e “persona”, con chiaro riferimento al personalismo di matrice cristiana, attuale ancora oggi nell’offrire una visione integrale della singolarità di ogni essere umano a fronte dei rischi di annichilimento della società di massa. Sarà successivamente necessario indagare i significati insiti nella parola “vita”, oltrepassando i riduzionismi tipici del pensiero “post-moderno” e “post-umano”; il contributo della sapienza greca sarà qui molto prezioso. L’attenzione verrà pertanto posta su un concetto di “salute” più idoneo ad esprimere la fragilità intrinseca dell’essere umano, senza ricorrere agli usi ideologici quanto mai ricorrenti a fini di mercato. Tutto confluirà nel passaggio da una visione in cui il paziente tende ad essere visto come “oggetto” della cura, ad una più autentica concezione del malato come “soggetto” in relazione con chi è chiamato a prendersene cura, sotto diversi aspetti, nella consapevolezza che non è concepibile un’efficace azione di cura senza un serio prendersi cura di sé. Oltre le proprie competenze professionali, in conclusione, il medico non può non tenere conto di altre dimensioni coinvolte nel processo di cura, ben descritte da un’antropologia personalista, alla luce della quale troverà anche nella spiritualità una strada ineludibile per vivere con maggiore pienezza il proprio mestiere.
Prossimo seminario
(in collaborazione con la Comunità Religiosa Islamica Italiana – Co.Re.Is.)
Venerdì 7 giugno, ore 15.30 – Sede dell’Ordine dei Medici (Via G. Nicastro 50, Ragusa)
Principi di Bioetica nelle religioni monoteiste
Cristianesimo, Islam e l’etica della cura
prof. Giuseppe Di Mauro (Cattedra “Dialogo tra le culture” – Ragusa)
dott.ssa Ilham Allah Ferrero (Co.Re.Is. – Milano)